Roberto Saviano a Che tempo che fa spara a zero su Berlusconi

Roberto Saviano a Che tempo che fa spara a zero su Berlusconi

Ieri sera alla trasmissione di Rai Tre Che Tempo che fa, Roberto Saviano e Fabio Fazio si sono confrontati sui diversi temi dell’attualità italiana e la presentazione del nuovo libro di Saviano è stata il pretesto per parlare del caso Ruby.
Lo scrittore ed il conduttore si sono trovati così a vestire i panni reciprocamente del pubblico mistero e del giudice nel tribunale di Che Tempo che fa, trasformando la trasmissione in un processo al premier che Saviano ha definito un anziano che soffre di solitudine.
Parlando del caso Ruby, lo scrittore dice che nel leggere le carte non ha provato un senso di disgusto, ma una forte tristezza per un uomo ormai oltre la soglia della vecchiaia, che cerca di compensare la solitudine circondandosi di ragazze e ha poi così aggiunto “quello che sta uscendo dall’inchiesta di Milano mostra come è selezionata la classe dirigente, la classe artistica, se questa esiste” ed è stato molto importante che le donne siano scese in piazza a rivendicare i loro diritti di una sessualità calpestata.

Vieni Via con Me: anticipazioni ultima puntata

Vieni Via con Me: anticipazioni ultima puntata

Anche in questa ultima puntata di Vieni Via con Me in onda questa sera su Rai Tre in prima serata, Saviano e Fazio analizzeranno la condizione attuale del nostro paese sempre sottoforma di elenco.
Visto il successo delle precedenti puntate, in cui si sono alternati sul palco politici come Bersani, Fini, Maroni e letterati come Fruttero e Camilleri (solo per citarne alcuni), anche in quest’ultima puntata ci saranno ospiti che sicuramente faranno discutere e riflettere.

Vieni via con me: questa sera la terza puntata

Vieni via con me: questa sera la terza puntata

Questa sera andrà in onda su Rai Tre alle 21 la terza, attesissima puntata di Vieni via con me condotta da Fabio Fazio con la partecipazione di Roberto Saviano.
Dopo il successo clamoroso della seconda puntata, che ha visto protagonisti Gianfranco Fini e Pierluigi Bersani, questa sera interverrà il ministro degli Interni Roberto Maroni che leggerà un elenco di tre minuti per replicare alle accuse mosse da Saviano sulla penetrazione e dell’ingerenza della mafia nel Nord Italia.
Lo scrittore di Gomorra invece oggi ci parlerà del problema dei rifiuti in Campania, argomento di attualità in questo periodo e rompicapo per il governo e per Bertolaso, capo della protezione civile.

Vieni via con me, confronto tra Bersani e Fini

Vieni via con me, confronto tra Bersani e Fini

Dopo il grande successo della puntata d’esordio di Vieni via con me di lunedì scorso, ieri è andata in onda la seconda che ha visto protagonisti Bersani e Fini.
La puntata si è aperta con un monologo di Roberto Saviano dedicato alla mafia del Nord e di come si riunissero in una sala a Milano (ripresa da telecamere nascoste) per decidere i ruoli all’interno dell’organizzazione.
Poi è stata la volta di Luciano Ligabue che ha cantato Buonanotte all’Italia dopo aver letto i pensieri di Demir e Suzana Sufali, due persone sbarcate sulle coste pugliesi dopo un viaggio della speranza.
Il momento più atteso della serata è stato quando sono arrivati i due politici ad elencare i valori della destra e della sinistra; il primo è stato Bersani che ha letto quelli che sono i baluardi della sinistra, qui di seguito i passaggi più importanti del suo discorso: “La sinistra è l’idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti. L’Italia ha la più bella Costituzione del mondo, la si difende ogni giorno. Il 25 aprile si fa festa“.
Poi ha continuato dicendo: “Nessuno può stare bene da solo. Stai bene se anche gli altri stanno un po’ bene. Se pochi hanno troppo e troppi hanno poco l’economia non gira perchè l’ingiustizia fa male all’economia, ci vuole un mercato che funzioni senza monopoli, corporazioni e posizioni di dominio ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l’istruzione, la sicurezza“.
Bersani ha poi parlato del lavoro, “non è tutto ma questo può dirlo chi il lavoro ce l’ha. Il lavoro è la dignità di una persona, sempre. E soprattutto quando hai 30 anni e hai paura di passare la vita in panchina. Ma chiamare flessibilità una vita precaria è un insulto e allora un’ora di lavoro precaria non può costare meno di un’ora di lavoro stabile“.