Questa è l’idea base del film di Piergiorgio Gay: raccontare gli ultimi trent’anni del nostro Paese, accompagnando ogni momento con una canzone del cantante romagnolo.
Ogni pezzo di storia mostrata (dalla caduta del muro di Berlino all’uccisione del giudice Borsellino) si alterna con frammenti di sequenze tratte dai concerti di Ligabue, nei quali si vede un pubblico adorante (prevalentemente giovanile) che canta con lui le sue canzoni.
Sono presenti anche diverse interviste, tutte con protagonisti persone comuni: dalla studentessa universitaria figlia di immigrati albanesi, all’operaio che ha lavorato per ricostruire la stazione di Bologna dopo la strage causata dall’esplosione della bomba, nel 1980.