Che la musica a Sanremo non sia mai stata il principale protagonista è fatto, purtroppo, più che noto. Si parla degli ospiti – anche se, almeno tra questi, qualcuno che di musica se ne intende c’è e c’è stato – si parla di come son vestite le ‘vallette’, le cantanti e i cantanti, e si parla soprattutto di quanto costa Sanremo e di chi paga tutte le spese.
Spese necessarie a mettere insieme uno spettacolo che in cinque giorni catalizza l’attenzione di un’intera popolazione e che domina le prime pagine di giornali e di qualsiasi altro media si occupi di spettacolo e che deve, quindi, essere perfetto sotto tutti i punti di vista (il fatto poi che sia sempre migliorabile è un altro discorso).
Ma quest’anno le polemiche non sono solo ad opera della carta stampata (o di quanto scritto on line): sono arrivate le carte bollate, quelle della Corte dei Conti che ha notificato alla Rai un buco di 20 miliardi di euro derivati proprio dalle spese folli di Sanremo, ovvero le spese per le scenografie, per gli ospiti, per i giudici, per la convenzione con la città di Sanremo e anche quelle per i conduttori.
Questi buco nero da 20 milioni di euro si sarebbe generato in sole tre edizioni di Sanremo, quella presentata dalla procace Antonella Clerici e le due di Gianni Morandi. Per quest’anno, a detta del direttore di Rai Uno Giancarlo leoni, le spese sono state già tutte coperte grazie alla vendita degli spazi pubblicitari che saranno inseriti nel corso delle cinque puntate, ma questo non cambia il fatto che ci sono ancora 20 milioni di euro da recuperare.
Ma poco importa, in fondo. Fabio Fazio non può pensare anche a quanto costa Sanremo, soprattutto quelli che non ha fatto lui, e annuncia con gioia che per la prima volta nella storia di Sanremo potremo vedere Ligabue salire sul palco dell’Ariston.