Saw 3D, recensione

Saw 3D, recensione

Saw, la serie torture porn più famosa dell’ultimo decennio chiude i battenti con l’ultimo film della serie Saw 3D.
La versione 3D però non è proprio soddisfacente ed è un peccato in quato poteva rendere la pellicola ancora più orrorifica e raccapricciante.
In questo nuovo episodio si sente la mancaza dell’Enigmista, che faceva da protagonista nei primi capitoli e si sente proprio la mancanza di una mente malvagia che spieghi il perchè si stato architettato tutto questo piano diabolico.
I complici, nonchè eredi del personaggio non sono stati in grado di cogliere la finezza filosofica del maestro e dietro i loro progetti infernali di morte e torture sono sparite le motivazioni che facevano di Jigsaw un giustiziere immorale ma del tutto coerente.



Ora tutto si basa su vendette e ripicche personali che però non riescono a giustificare il gioco mortale a cui prendono parte le ignare vittime e la suspance svanisce tutto d’un tratto.
Tutto ciò che spaventava nei primi film, ora non fa più sussultare sulla poltrona del cinema perchè hanno perso la loro efficacia come le maschere di suino che comparivano all’improvviso o le vestaglie rosse che si intravedevano nel buio.
Il successo che ebbe il primo fu dettato dallo spiazzamento che provava lo spettatore di fronte a quelle immagini di cruda violenza gratuita all’interno di uno spazio angusto come un bagno lurido, che rendeva lo spettatore complice della mente di un sadico psicopatico.
L’enigmista torturava le sue vittime con rompicapo complessi e privi di senso che però portano lo spettatore a prendere le distanze solo fino ad un certo punto, perchè catturato dal voyerismo sadico.
Insomma, quest’ultimo capitolo sembra non coinvolgere lo spettatore, risultando così solo come una manifestazine di una violenza priva di senso.