Scherzo riuscito sicuramente a parte per alcuni indizi che potevano far presagire che fosse tutta una presa in giro, come la presenza dell’attore alla proiezione alla Mostra del cinema di Venezia travestito che se la rideva beatamente nascosto tra gli spettatori oppure il fatto che il film parli di un imminente tentativo di sfondare nel mondo dell’hip hop perchè il documentario è confezionato molto bene ed è molto credibile.
Quasi tutto falso come l’inizio in cui si vede il piccolo Phoenix e i suoi fratelli a nuotare in un lago a Panama ( in realtà , il regista spiega che la scena è stata girata alle Hawaii con attori veri ) e il concerto Hip Hop in cui l’attore butta fuori le sue rime fino a passare agli insulti e ad una rissa vera e propria tra il pubblico.
La parte vera è un filmato amatoriale che riprende Joaquin con i suoi quattro fratelli si esibiscono per le strade di Los Angeles imitando i Jackson five capitanati dal compianto River Phoenix che suona la chitarra.
Momento davvero molto commovente soprattutto per il ricordo del fratello di Joaquin, scomparso prematuramente il 31 ottobre del 1993 ( chi in quegli anni era una ragazzina come me si ricorderà le lacrime versate!) dopo un overdose di speedball al Viper Room di Los Angeles, che aveva ua carriera spianata davanti a sè ed era l’idolo delle ragazzine di tutto il mondo, me compresa, con quel suo fare da bello e dannato.