I debiti in crescita, il rischio di pignoramenti e sequestri, l’amore tra due ragazzi giovani e le loro incertezze sul futuro, la voglia di un po’ di svago che, in quelle lande lontane, significa solo qualche spinello. Ed è proprio sullamarijuana che si impernia tutta la vicenda. Grace, abilissima giardiniera, perde il marito e scopre che questo l’ha lasciata piena di debiti.
Per questo motivo decide, per non farsi portare via tutto, di mettersi a coltivare l’erba proibita, con l’aiuto di un paio di giovani locali che hanno la passione per gli spinelli.
Un’attività rischiosa, che verrà duramente criticata dalla giovane fidanzata di uno dei due giovani coinvolti, perchè il rischio, in un paese così piccolo, dove tutti sanno tutto, è davvero alto.
Il film ha la dimensione della commedia, in cui si susseguono colpi di scena ed avventure, sempre trattate con candido umorismo, come quando Grace, per vendere l’erba, si reca in esplorazione nei bassifondi della metropoli, Londra, alla ricerca di un compratore.
Il ritratto della città , e del mondo degli spacciatori, è in sintonia con la levità con cui si narra la vicenda: personaggi molto di maniera, e, tutto sommato anche parecchio inverosimili, ma la grande maestria della regia è proprio quella di rendere una storia ai limiti della legalità e della riprovazione con quel tipico gusto britannico per il nonsense ed il grottesco.
Tutto finirà bene, naturalmente, ed i personaggi, buoni e cattivi, si ritroveranno riuniti davanti ad un grande falò, dove brucia tutta la coltivazione proibita.
E Grace riuscirà a sfuggire ai creditori… Come, però, non ve lo raccontiamo…