FANTOZZI
Questo film, uscito nelle sale italiane il 27 marzo 1975, è il primo di una più lunga serie basata sulle imprevedibili e sconcertanti avventure (tragicomiche) del ragionier Ugo Fantozzi.
Soltanto i primi due film, però, sono, per così dire, autentici poiché tratti dai libri sull’argomento scritti proprio dal protagonista dei film, Paolo Villaggio, intitolati Fantozzi e Il secondo tragico libro di Fantozzi editi da Rizzoli rispettivamente nel 1971 e nel 1974.
Protagonisti, insieme a Villaggio, sono Liù Bosisio (la Pina), Anna Mazzamauro (Signorina Salvini), Gigi Reder (Ragionier Filini) e Plinio Fernando (figlia di Fantozzi).
IDEOLOGIA DI FANTOZZI
Ciò che ha dato successo ai libri, nonché ai film su Fantozzi, è stata la capacità di Paolo Villaggio di descrivere in maniera caricaturale, ma preoccupantemente autentica, la condizione dell’impiegato medio degli anni ’70, perennemente sfruttato, frustrato, infelice, perseguitato.
Immagine tipica della condizione di perenne “secondo” del ragioniere, condizione non già caratterizzata da gravi demeriti bensì dalla precisa e consapevole scelta di obbedienza e sottomissione, ai fini della sopravvivenza economico-sociale, alle gerarchie istituzionali ed industriali, che assumono, in Villaggio, una valenza quasi religiosa ed ultraterrena alla quale niente, comunque, potrebbe resistere(si veda, a tal proposito, l’episodio della partita a biliardo, centrale, all’interno del plot e sintesi eccellente dell’ideologia Fantozziana), è quella del nuvolone dell’impiegato, metafora ben esplicata dalla narrazione che accompagna l’episodio della partitella tra scapoli ed ammogliati: “Implacabilmente si presenta sul campo di gioco il nuvolone da impiegati. Ogni impiegato ha la sua nuvola personale, sono nuvole maligne che stanno in agguato anche quattordici mesi, ma quando vedono che il loro uomo è in ferie o in vacanza gli piombano sulla testa scaricandogli addosso tonnellate di pioggia fitta e gelata”.
Questa capacità narrativa del Villaggio, unita ad una sapiente maestria nell’utilizzo dello strumento tragicomico e dell’iperbole (“Fantozzi era la vittima preferita di Filini. Una volta lo convinse a comprare in società una barca completa di accessori per pesca e campeggio: otto chili di cambiali che li avrebbero perseguitati fino al 1984!”) hanno contribuito alla costruzione di un mito che permane immutato nel tempo e ancora oggi sa sorprenderci e stupirci grazie all’attualità , inimmaginabile allora, con la quale affronta certune tematiche, facendoci riflettere e divertire autenticamente.