Una critica tagliente della società italiana degli anni post boom economico, alle soglie della grande depressione economica e sociale che colpirà il paese nei primi anni ’80, con la riconversione delle fabbriche, la fine delle illusioni rivoluzionarie della classe operaia e della sua emancipazione, rappresentata con particolare intensità soprattutto dalla celebre marcia dei quarantamila di Torino, che sancirà la sconfitta definitiva di una grande stagione di rivendicazioni sindacali.
La vicenda si snoda intorno ad un magnifico Nino Manfredi, ed alla baracca in cui vive con una serie di famigliari e parenti più o meno allargati.
Grottesca l’ambientazione e lo snodarsi della vicenda sullo sfondo della Roma capitale, con i suoi palazzi sontuosi, le cupole ed i campanili che non riescono ad illuminare di gioia e felicità questo piccolo microcosmo di diseredati e disperati.
Nella baracca dove vive il protagonista non c’è spazio per l’amore, ma solo per il sesso sbrigativo, e nemmeno per la solidarietà , travolta dall’inganno e dalla volontà di sopraffazione.
Il film di Ettore Scola è un esempio brillante di una grande epoca del cinema italiano, capace di fare denuncia e critica sociale utilizzando gli strumenti canonici della commedia, facendo divertire e ridere a crepapelle pur mostrando le più atroci brutture umane.