Fin dagli esordi il pubblico vede in Verdone tratti e somiglianze con un grandissimo e amatissimo attore romano: Alberto Sordi. Proprio con quest’ultimo, Verdone lavorerà nel 1982 nel film-commedia In viaggio con papà in cui sembra quasi che Sordi consegni lo scettro di maschera comica al giovane Carlo. Entrambi condividono un’accesa romanità e analizzano i pregi e i difetti dell’italiano medio.
Negli anni Ottanta, Verdone inanella un successo dietro l’altro, con film campioni di incasso al botteghino tra i quali: Acqua e sapone (1983), Troppo forte (1986) e Compagni di scuola (1988).
Non mancano, nella lunga carriera cinematografica, alcuni insuccessi con prove attoriali certamente non memorabili come il film, commerciale e confezionato appositamente per le feste natalizie, Il bambino e il poliziotto (1989) che decretano incertezze e stanchezze nell’ars attoriale.
Negli anni Novanta, Verdone si addentra verso un cinema più introspettivo, legato maggiormente sui rapporti umani e sulle nevrosi dei suoi protagonisti. Da ricordare, in particolare, Maledetto il giorno che ti ho incontrato (1991) e Perdiamoci di vista (1994).
Nell’ultimo decennio assistiamo ad un nuovo mutamento nelle sceneggiature dei film verdoniani. Carlo, mettendo da parte la maschera comica dei suoi personaggi intrisi di romanità , affronta temi profondi e di grande impatto, come la psicoanalisi, la depressione, i rapporti conflittuali tra uomo e donna e la spiritualità nell’epoca odierna. Da menzionare sono i lungometraggi: Ma che colpa abbiamo noi (2003), L’amore è eterno finché dura (2004), Io, loro e Lara (2010).
Una curiosità : dopo numerosi e prestigiosi riconoscimenti cinematografici, Verdone, noto ipocondriaco, ha ricevuto una targa dalla facoltà di Medicina dall’Università Federico II di Napoli per le sue auliche e inaspettate conoscenze di medicina e di farmacologia.