La 35ᵃ edizione del Torino Film Festival 2017, che tornerà l’anno prossimo dal 23 novembre al 1 dicembre 2018, si è conclusa e dopo il salto vi proponiamo l’elenco completo dei vincitori.
Torino 35
La Giuria di Torino 35 – Concorso Internazionale Lungometraggi, presieduta da Pablo LarraÃn e composta da Gillies MacKinnon , Petros Markaris, Santiago Mitre, Isabella Ragonese:
Premio Miglior film:
Al Tishkechi Oti/Don’t Forget Me di Ram Nehari (Israele, Francia, Germania, 2017)
Premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo:
A Fábrica de Nada di Pedro Pinho (Portogallo, 2017)
Premio per la Miglior attrice:
Emily Beecham per il film Daphne di Peter Mackie Burns (UK, 2017)
Moon Shavit per il film Al Tishkechi Oti/Don’t Forget Me di Ram Nehari (Israele, Francia, Germania, 2017)
Premio per il Miglior attore:
Nitai Gvirtz per il film Al Tishkechi Oti/Don’t Forget Me di Ram Nehari (Israele, Francia, Germania, 2017)
Premio per la Miglior sceneggiatura:
Kiss and Cry di Chloé Mahieu e Lila Pinell (Francia, 2017)
Menzione speciale della giuria:
Kiss and Cry di Chloé Mahieu e Lila Pinell (Francia, 2017) / Lorello e Brunello di Jacopo Quadri (Italia, 2017)
Premio del pubblico:
À Voix Haute/ Speak-up! di Stéphane De Freitas (Francia, 2017)
Internazionale.doc
La Giuria di Internazionale.doc composta da Güldem Durmaz, Carmit Harash, Veton Nurkollari, assegna i seguenti premi:
Miglior documentario per Internazionale.doc:
M–1 di Luciano Pérez Savoy (Bosnia, Messico, 2017)
Con la seguente motivazione:
Il film cattura una meravigliosa città e ci trasporta in un racconto su una generazione in difficoltà in cui una realtà frantumata viene ricomposta, in cui il cinema documentario sboccia.
Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc:
Sans Adieu di Christophe Agou (Francia, 2017)
Con la seguente motivazione:
Un’opera d’arte di un grande arista la cui passione per i protagonisti è in assoluta armonia con la bellezza delle immagini, che trasforma il cinema in pittura. Un film che mostra il volto delle persone che vivono con dignità ai margini della nostra società del benessere.
Italiana.doc
La Giuria di Italiana.doc composta da Ilaria Bonacossa, Bernd Brehmer, Susanna Nicchiarelli, assegna i seguenti premi:
Miglior documentario per Italiana.doc:
Diorama di Demetrio Giacomelli
Con la seguente motivazione:
Per come ci interpella personalmente sulla nostra relazione con il mondo animale e con la natura, accompagnandoci in un percorso emotivo e psichedelico attraverso la società contemporanea.
Premio Speciale della giuria per Italiana.doc:
Talien di Elia Mouatamid (Italia, 2017)
Con la seguente motivazione:
Per la delicatezza con cui ha condiviso la sua storia di famiglia, raccontando le sottili trasformazioni di due culture.
Italiana.corti
La Giuria di Italiana.corti composta da Iacopo Incani, Titta Cosetta Raccagni, Virgilio Villoresi, assegna i seguenti premi:
Premio Chicca Richelmy per il Miglior cortometraggio:
Ida di Giorgia Ruggiano (Italia, 2017)
Per la capacità di situarsi con equilibrio e sensibilità fra i piani di lettura sociale ed esistenziale, attraverso uno sguardo consapevole e mai estetizzante, intimo, toccante e mai retorico.
Premio Speciale della giuria a:
Blue Screen di Alessandro Arfuso e Riccardo Bolo (Italia, 2017)
Con la seguente motivazione
Per il capillare lavoro di ricerca, la forza estetica, la precisione del ritmo narrativo.
Premio Fipresci
La Giuria del Premio Fipresci (Premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) composta da Mehdi Abdollahzadeh, Marta Balaga e Giovanni Ottone, assegna il Premio per il Miglior film a:
The Death of Stalin di Armando Iannucci (Francia, UK, 2017)
Premio Cipputi
La Giuria, composta da Francesco Tullio Altan, Sandro Avanzo e Maurizio Zaccaro, assegna il Premio Cipputi 2017 –
Miglior film sul mondo del lavoro:
Lorello e Brunello di Jacopo Quadri (Italia, 2017)
Con la seguente motivazione:
Se la vita è un lungo fiume tranquillo, il documentario Lorello e Brunello di Jacopo Quadri ci permette di goderne la visuale dal volgere di una sua ansa, di guardarla scorrere nell’andamento naturale delle sue stagioni. Il regista ci ricorda un modo di intendere il lavoro che spesso la nostra civiltà urbana continua a dimenticare (e a rimuovere) e lo fa attraverso il potente ritratto di due protagonisti consapevoli del proprio ruolo, della storia che li ha preceduti e del tempo che stanno vivendo. Un film “resistente†che è al tempo stesso una testimonianza e un monito etico oggi tacitato da rivoluzioni economiche in atto, sempre più minacciose e incombenti.