I tre attori, proclamati Shooting Stars al Festival di Berlino 2010 per i film “Dieci Inverniâ€, “On the Path†e “Bad Familyâ€, insieme allo scrittore e sceneggiatore Ivan Cotroneo e alla casting director Beatrice Kruger, hanno presenziato ad un convegno sulle nuove generazioni di attori europei e le sfide del cinema indipendente (“Playing Europe: the new generation of European actors facing the challenges of independent production”).
Successivamente Michele Riondino, nuovo volto del cinema nostrano(scelto per interpretare il commissario Montalbano giovane in una nuova serie televisiva) ha risposto alle domande dei più curiosi insieme a Zrinka CviteÅ¡ic, attrice protagonista in “On The Path†in una storia d’amore sullo sfondo della Bosnia divisa tra fondamentalismo e ferite post guerra parzialmente ricucite, e Pihla Viitala interprete del film “Bad Familyâ€.
D: Michele Riondino, lei come valuta le possibilità di lavorare all’estero? Come vede il cinema italiano all’estero?
R: “Durante gli anni de “La Dolce Vitaâ€, l’Italia era una fucina continua e leader anche all’estero. Oggi viviamo troppo all’ombra di quegli anni. Il trend, grazie a registi come Guadagnino e Sorrentino che stanno lavorando all’estero, sta finalmente cambiando.
Il mio progetto futuro è quello di sfruttare al massimo il momento. Sono 10 anni che aspetto questa opportunità . Vorrei andare all’estero non da attore ma come persona che ha il desiderio di imparare moltissimo“.
D: Beatrice Kruger, come fa un attore ad interpretare un personaggio di nazionalità diversa dalla propria?
R: “Beh, dipende dal film e dalla storia. Risulta chiaro che un personaggio inglese ad esempio, con tutti i tratti somatici che comporta, difficilmente possa essere interpretato da un attore spagnolo o italiano. Nel caso in cui è richiesta una figura nordica, invece, potrebbe andar bene un attore finlandese, tedesco, svedese. Un po’ come quando Sergio Leone girava i suoi western, ambientati in America, in Spagna“.
D: Pihla Viitala, le hanno mai chiesto di cambiare il suo nome, di scegliere un nome d’arte?
R: “A tal proposito dico che il mio nome in finlandese significa “alberoâ€, visto che i miei genitori erano degli hippie. In Francia non riescono a pronunciare il mio nome per via dell’h. Però faccio un esempio. Anche il cognome di Alba Rohrwacher era difficile da ricordare, ma lo abbiamo imparato molto presto…”
Emanuele Zambon