
Quest’uomo ha due nomi: Harry Caine, pseudonimo con il quale firma le sue opere letterarie, i suoi racconti e le sue sceneggiature, e Matteo Blanco, il suo vero nome, con il quale vive e firma la regia dei suoi film.
Quest’uomo ha due nomi: Harry Caine, pseudonimo con il quale firma le sue opere letterarie, i suoi racconti e le sue sceneggiature, e Matteo Blanco, il suo vero nome, con il quale vive e firma la regia dei suoi film.
Tratto dal romanzo di Cormac McCarthy, vincitore del premio Pulitzer nel 2007, The Road rappresenta una storia disperata di sopravvivenza e amore in un futuro post apocalittico, dove il mondo è diventato un luogo freddo, buio e crudele.
Un racconto dalle emozioni forti, che ci fà riflettere sulla natura umana e sulla sopravvivenza, sul senso della speranza e della redenzione.
Ma i due combinano un vero e proprio pasticcio, mangiano i frutti dell’albero del bene e del male, un vero e proprio affronto per la comunità in cui vivono e per questo vengono banditi dal villaggio.
A quei tempi, infatti, ha spiegato il regista e sceneggiatrore Cristian Mungiu, questi racconti rappresentavano il principale tema di conversazione tra le persone che facevano lunghe file per comprare il cibo.
Un’atmosfera circense fatta di saltimbanchi, nani, donne barbute in crisi di identità , clown post punk, muti che parlano attraverso violini elettrici, cantanti liriche prive di braccia e gambe e non solo…
L’attenzione del film si focalizza sull’amore che unisce queste persone e che non è per nulla diverso rispetto a quello che unisce due persone di sesso opposto. Il film, inoltre, mostra come questo principio vale universalmente e non è affato legato alla cultura del paese di origine.