Megamind: recensione

Megamind: recensione

Il 17 dicembre uscirà nelle sale italiane Megamind, nuovo film d’animazione della Dreamworks.
Il film è incentrato sulla figura di Megamind, che non è un eroe, bensì il cattivo che, per una di vicissitudini si ritrova senza la sua nemesi, perchè lo ammazza per sbaglio.
Ecco così che il protagonista si trova ad affrontare la noia più completa, perchè ha perso lo scopo della sua vita: la lotta tra il bene ed il male è così terminata a favore di quest’ultimo che però si sente invadere la coscenza dai rimorsi, non per aver distrutto il bene, ma per non avere più un obiettivo da perseguire per la vita.
In crisi, decide che l’unica cosa da fare è quella di crearsi un antieore da poter combattere, per poter non porre mai la parola fine alla lotta perenne del bene contro il male, dove non ci potrà mai essere un vincitore assoluto affinchè vi sia un corretto equilibrio dell’esistenza.



In chiave molto moderna e divertente, affronta una tematica molto difficile che è il continuo bilanciamento tra due forze contrapposte e la scelta che bisogna prendere per decidere da che parte stare; lo Ying e lo Yang del Tao dovranno sempre esistere affinchè ci sia una congruenza di tutto, affinchè la parte oscura non predomini sulla parte illuminata e viceversa.
Il protagonista è buffo e divertente, dovrebbe incarnare l’eroe cattivo, ma in realtà risulta più buono dei buoni; parodia di film come Superman e Spider Man i cui personaggi comprimari ricordano quelli dei fumetti più famosi (a partire dalla giornalista che è simile a Lois Lane), il film è molto godibile ma nello stesso tempo profondo.
In Usa è campione d’incassi con quasi 48 milioni di dollari d’incasso soltanto nel primo weekend, superando di gran lunga le aspettative della Dreamworks e sicuramente anche in Italia prevediamo che nel primo fine settimana di programmazione potrebbe incassare davvero molto.