La sua vita scorre tranquilla finché alla sua porta non si presentano due ragazzi italiani: Eduardo, figlio di uno dei più potenti camorristi d’Italia, e Diego, che è molto più legato a Rosario di quanto non voglia far credere al suo amico.
Rosario, che quando viveva in Italia era conosciuto come Antonio De Martino, era un ferocissimo killer mafioso, e in un attimo si ritrova a dover fare i conti col proprio passato, dal quale era convinto di essere fuggito per sempre.
Secondo lungometraggio di Claudio Cupellini (che ha esordito con la commedia Lezioni di cioccolato), Una vita tranquilla è di genere drammatico, incentrato sulla figura del protagonista (magnificamente interpretato da Toni Servillo) e sulla sua estrema bipolarità : da un lato killer camorrista con diversi morti sulla coscienza; dall’altro marito e padre amorevole, la cui unica colpa è stata una piccola scappatella, prontamente perdonatagli dall’innamoratissima moglie.
Lo scenario idilliaco è ulteriormente enfatizzato da Mathias, il bambino biondo avuto dalla moglie Renate, simbolo della loro perfetta unione.
Al contrario, Diego è la rappresentazione vivente della sua vita precedente: tanto quanto Mathias è piccolo ed innocente, lui è adulto e con una vita vissuta pericolosamente alle spalle; Mathias è il classico biondino nordico, mentre lui è l’italiano mediterraneo per antonomasia; ma, soprattutto, mentre Mathias rappresenta le speranze ed i sogni futuri del padre, Diego è il passato che ritorna, la vecchia vita in tutto il suo tragico squallore e, come tale, l’ospite indesiderato.
Pertanto, risultano quindi più che evidenti i tratti tragici, quasi shakespeariani, presenti nel film: il rapporto padre-figlio, decisamente edipico, ed il tema della vendetta, costituiscono i due cardini fondamentali che tengono in piedi la storia, il cui messaggio fondamentale s’incentra sul fatto che dal proprio passato non si può scappare perché, in un modo o nell’altro, prima o poi tornerà sempre a bussare alla porta.
Il film uscirà nelle sale il 5 novembre 2010.